di Fabio Cintioli
Scrutare gli orizzonti della concorrenza significa guardare agli equilibri tra accusa e difesa nel procedimento di public enforcement e all’esperienza che un’istituzione di successo, come l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, ha maturato sinora. Le sfide sono, oggi, forse ancor più impegnative che nel passato: calibrare la vigilanza antitrust sui nuovi poteri di mercato tra piattaforme e sharing economy; dare alla tutela dei consumatori il giusto peso nel public enforcement; avere contezza delle diverse funzioni che AGCM è chiamata a svolgere rispetto alle altre autorità.
Scrutare gli orizzonti significa però soprattutto esaminare il fenomeno in modo unitario, accomunandovi i tre protagonisti: l’AGCM, il giudice amministrativo che esercita il controllo sulle decisioni di public enforcement e il giudice civile a cui spetta il private enforcement, rinvigorito dalla più recente disciplina di matrice europea.
Il destino dei tre protagonisti è sempre più intrecciato e l’accertamento compiuto dall’uno è destinato ad influire su quello dell’altro, in un’esperienza comune; e ciò specialmente dopo l’ingresso delle garanzie richieste dalla CEDU, anche sul fronte della full jurisdiction, e dopo l’efficacia vincolante del provvedimento di public enforcement nei confronti del giudizio civile di risarcimento dei danni previsto dall’art. 7
del d.lgs. n. 3/2017.
FABIO CINTIOLI è Professore ordinario di Diritto amministrativo presso l’Università degli studi internazionali di Roma. Insegna Diritto amministrativo e Diritto della concorrenza e tutela del consumatore. È avvocato del Foro di Roma. È stato magistrato ordinario, magistrato di Tar e consigliere di Stato, nonché consigliere giuridico del Presidente del Senato e Segretario generale dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Tra i suoi scritti, Giudice amministrativo, tecnica e mercato, Milano, Giuffrè, 2005, Potere regolamentare e sindacato giurisdizionale, Torino, Giappichelli, 2007, Concorrenza, istituzioni e servizio pubblico, Milano, Giuffrè, 2010.
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