a cura di
Orlando Roselli
scritti di
Paolo Armaroli, Paolo Cappellini, Felice Casucci, Ginevra Cerrina Feroni Lorenzo Chieffi, Pietro Costa, Lidianna Degrassi, Luigi Dei Gabrio Forti, Patrizia Giunti, Paolo Grossi, Luigi Lombardi Vallauri Giuseppe Morbidelli, Ranieri Polese, Margherita Procaccini, Orlando Roselli
Il cinema è al tempo stesso canocchiale (potendoci offrire uno sguardo
d’insieme) e microscopio (rendendo visive le parti nascoste) della società,
di più: della condizione umana. È indicatore di ciò che vive, nel bene e nel
male. È una forma artistica che richiede un apporto artigiano ma che consente la sua, per evocare Benjamin, riproducibilità “tecnica”. Come nessun altra arte (se si esclude il teatro) è vocata a far vivere l’altro da sé, costringe ad immedesimarsi nei protagonisti, nei contesti, nelle vicende.
Se il giurista ha la necessaria sensibilità può cogliere, attraverso il cinema,
quella “carnalità” del diritto (come sottolinea Paolo Grossi) che potrebbe
altrimenti sfuggirli: non aride norme ma regole che hanno a che fare
con il vissuto delle persone in carne ed ossa.
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